8 marzo – Intervista con Denise Kaboré

AICS intervista Denise Kaboré, sarta di Ouagadougou e fondatrice dell’Associazione per la Promozione delle Donne in situazione di difficoltà, per parlare della situazione della donna nella capitale burkinabé e della sua esperienza personale a contatto con le persone più marginalizzate dalla società. Con la sua associazione, Denise ha assistito AICS Ouagadougou nel design e nella produzione della linea di prodotti di visibilità dell’Agenzia e nell’arredamento dell’ufficio.


 

Puoi presentarci la tua Associazione?

L’Associazione si occupa di insegnare un mestiere, dando una formazione e i mezzi di sopravvivenza a un gruppo di donne marginalizzate dalla società. Lavoriamo con donne vittime di violenza, vedove, donne abbandonate dal marito, giovani madri sole. Dalla fondazione (2011), abbiamo dato lavoro a oltre cento donne, fornendo una formazione su tecniche di base di cucito, opportunità di impiego e, in alcuni casi, vitto e alloggio. L’Associazione si prende anche cura dei bambini di quartiere in condizioni di povertà, fornendo loro vestiti e distribuendo cibo.

Siamo una piccola associazione, sorretta dalla generosità di alcuni donatori dall’Italia e dalla Francia, che ci hanno permesso di acquistare i macchinari per allestire il centro di formazione e di vendere alcuni dei nostri prodotti in Italia, finanziando così le nostre attività. Al momento, lavoriamo su commissione per alcune ONG, ma siamo alla ricerca di partenariati con associazioni e cooperative in Italia per assicurare un flusso costante di entrate a sostegno dell’associazione.

 

In base alla tua esperienza, come descriveresti la situazione delle donne con cui lavori? In che termini è importante il lavoro che voi offrite loro?

Il lavoro è la chiave per riconquistare la dignità che queste donne pensano di avere perduto, donne che la società ha abbandonato - di solito - a causa di tradizioni e ignoranza. Viviamo in una società dove l’uomo è padrone assoluto. Se il marito muore, la vedova è lasciata in strada. Se l’amante non riconosce un figlio nato fuori dal matrimonio, la donna è ripudiata dalla famiglia. E senza un’educazione o una formazione, queste donne sono sprovviste dei mezzi per autonomizzarsi. Il nostro contributo è quello di fornire, nei limiti dei nostri mezzi, la speranza per poter continuare.

Due storie mi stanno molto a cuore, e penso che possano aiutare a dipingere il contesto in cui operiamo, sospese tra tragedia e speranza.

La prima è quella della figlia non riconosciuta di una coppia extra-coniugale, cresciuta in un ambiente estremamente abusivo, maltrattata dalla zia e dalla famiglia del padre. A 18 anni, la ragazza scappò di casa e cercò rifugio presso l’associazione. Le offrimmo dei corsi di cucito e di recupero scolastico. Nel weekend la accoglievo in casa. Cercava di ricostruirsi una famiglia e una vita, ma i maltrattamenti subiti le avevano lasciato una traccia indelebile. Fu così che un giorno, non trovandola più, scoprimmo che si era diretta al ponte sul barrage (il lago artificiale di Ouagadougou) e si era gettata in acqua. I presenti ci raccontarono poi che provarono ad aiutarla, ma toccando l’acqua, pareva corrente elettrica. Solo i pescatori riuscirono a entrarvi, dopo avere eseguito i riti necessari per la pesca, ma era già troppo tardi. Da noi, il suicida non riceve funerale; viene interrato senza cerimonie e non ci si può avvicinare alle spoglie. Potemmo solo osservare il corpo da lontano, interrato malamente, senza potere neanche avvisare la famiglia. Avevo il cuore spezzato, non c’era nulla che avessi potuto fare.

La seconda è quella di una ragazza affetta in misura lieve di disturbi mentali, orfana di genitori. Quando lo zio si trasferì in Costa d’Avorio per lavoro, la ragazza cominciò a frequentare l’associazione e finimmo per offrirle la possibilità di dormire al centro. In seguito, la ragazza rimase incinta di un uomo che le aveva promesso il mondo. Quando emerse la notizia, l’uomo rinnegò lei e il figlio, davanti ai miei occhi. Vorrei dire che ero senza parole, ma purtroppo troppe volte ho assistito a queste scene. Ci prendemmo dunque cura della gravidanza. Si rivelò infine necessario effettuare un parto cesareo. Da noi, questo genere di operazioni è costoso, pochi possono permetterselo. Grazie alla generosità di una donatrice italiana, raccogliemmo i soldi necessari per l’operazione. La bambina è nata a luglio 2021 e le demmo il nome di Christ My Chiara: le prime due parole mooré significano Cristo e conoscenza, la terza porta il nome della donna che le ha salvato la vita. La bambina sta crescendo bene con la madre e con tutte noi al centro.

 

Considerato il contesto che dipingi, qual è l’importanza della giornata dell’otto marzo in Burkina Faso?

La giornata ci invita a riflettere su quanto spesso le donne sono abbandonate o sopraffatte dalla nostra società. Non importa quanti discorsi si facciano l’otto marzo, la donna è sempre un gradino sotto all’uomo. Ti dirò di più. Le vere donne, quelle per cui si dovrebbe lottare, non sono quelle che prendono la parola l’8 marzo. Le vere donne sono quelle che non riescono ad esprimersi, sono quelle che non conoscono il pagne dell’otto marzo, sono quelle che non sanno nemmeno di possedere la forza o il diritto di poter lottare. Sono le donne che vedo passare per la mia associazione, quelle che la società ha completamente rinnegato; quelle la cui preoccupazione principale è dare un futuro a un bambino che nessuno riconosce; quelle che cercano la motivazione a continuare attraverso la dignità del lavoro; quelle che non trovandola si tuffano nelle acque del barrage; e quelle che invece, lottando, trovano la speranza di poter ricostruire la vita che gli è stata negata.

 

 

Il Direttore Bruzzone a Niamey per discutere l’appoggio al sistema sanitario nigerino

21-26 febbraio 2022: Missione in Niger del Direttore Domenico Bruzzone, del Senior Rural Development Expert Giuliano Soncini, e del Coordinatore amministrativo Enrico Roggi per discutere l’apporto della Cooperazione Italiana a sostegno del sistema sanitario nigerino.

 

La missione, guidata dal Direttore di AICS Ouagadougou, Dr. Domenico Bruzzone, e avente quali componenti AICS il Senior Rural Development Expert Giuliano Soncini, e il Coordinatore amministrativo Enrico Roggi, è stata organizzata su invito ed in coordinamento con l’Ambasciatrice d’Italia in Niger, S.E. Emilia Gatto, che da giugno 2021 ha speso incessanti sforzi per valorizzare l’azione della Cooperazione Italiana nella regione. Gli incontri sono stati utili come opportunità di riflessione e concerto per tracciare il panorama delle sfide che il paese si trova ad affrontare nell’ambito dei servizi di salute – in particolare - e le opportunità di intervento per assicurare l’efficacia dell’azione della Cooperazione Italiana. In un paese vasto come il Niger, debolmente collegato e con un numero estremamente ridotto di medici (circa 2000 per circa 25 milioni di persone - peraltro concentrati soprattutto nella capitale), anche la transizione verso la digitalizzazione del settore, ambito in principio ristretto - si presenta come una possibile prospettiva per affrontare le enormi sfide del contesto e contribuire all’accesso alla salute sull’intero territorio; si sta oggi considerando un progetto di rafforzamento per i sistemi sanitari del paese, che includa assistenza tecnica alle reti ospedaliere del paese, inclusa l’analisi di un possibile supporto ai sistemi di telemedicina.

Nel corso degli incontri è stato espresso apprezzamento per l’operato passato della Cooperazione Italiana in Niger, presente nel Sahel dalla fine degli anni ’80 con progetti di grande rilievo, in particolare nell’ambito della lotta alla desertificazione e dello sviluppo rurale, con un nutrito gruppo di Ong. L’AICS intende dunque rinnovare il proprio impegno a fianco del Niger, ed ampliare il proprio approccio alla cooperazione allo sviluppo nel paese, focalizzando la propria azione sul settore della salute e l’accesso ad altri servizi di base per la popolazione rurale.

Nel video di Adam Iboun Gueye, la visita all’Ospedale Nazionale di Niamey, uno dei  più antichi del paese (la struttura compirà 100 anni l’anno venturo), realizzata dall'Ambasciatrice d'Italia S.E. Emilia Gatto e dal Direttore di AICS Ouagadougou, Dr. Domenico Bruzzone, assieme al Dr Giuseppe Spiga, dell’Ospedale Giannina Gaslini di Genova, ed al Dr Ubaldo Rosati, che per tale eccellenza genovese oramai nota in molti paesi, cura le relazioni internazionali; era presente l’Ing Fabrizio Ferrara, dell’Universita del Sacro Cuore di Roma, in qualità di esperto di gestione informatica e telemedicina e docente universitario.

Durante la missione in Niger, la delegazione AICS ha incontrato il Ministro dell’Aiuto Umanitario, S.E. Laouan Magagi (nelle veci del Ministro della Salute Mainassara), il Ministro della Ricerca e delle Università, S.E. Mamoudou Djibo, ed il Direttore Generale con rango di Ministro dell'Agenzia Nazionale per la Societa' dell'Informazione (ANSI), Dr. Ibrahima Guimba. Durante la settimana si sono svolti anche incontri con il Vice Rettore dell’Università Abdou Moumouni di Niamey, Prof. Rabani Adamou, con i Direttori Generali dei tre Ospedali pubblici principali, Reference, National de Lamordé e della Maternità Gazobi di Niamey, e con l’attuale punto focale della telemedicina in Niger, Prof. Ibrahim Touré, cardiologo di fama regionale.

Al termine della visita, vogliamo dunque rivolgere un sentito ringraziamento all’Ambasciatrice Gatto e al personale della missione diplomatica in Niger per l’accoglienza ricevuta nell’ambito della visita e l’accompagnamento fornito al nostro operato nel Sahel.

Alliance Sahel e la Cooperazione Italiana

Sito di Alliance Sahel

In seguito all'acuirsi della situazione di instabilità nella regione del Sahel, nel luglio del 2017 la comunità internazionale presente ed attiva nella regione si è unita per dare vita ad Alliance Sahel. Si tratta di un impegno comune da parte dei maggiori attori nel campo degli aiuti internazionali per fornire una risposta coordinata, rapida ed efficace alle sfide che affliggono i paesi del G5 Sahel: Mauritania, Mali, Niger, Burkina Faso e Ciad.

L'azione di Alliance Sahel si fonda su quattro principi: azione mirata; responsabilità nel coordinamento delle iniziative; innovazione e flessibilità; impegno nei confronti delle situazioni di vulnerabilità. In questo modo, Alliance Sahel intende riunire e coordinare le azione dei partner di sviluppo per accelerare l'implementazione degli interventi e massimizzare l'impatto sui soggetti più vulnerabili.

L'Alliance è formata da 14 membri: Francia, Germania, l'Unione Europea, la Banca Mondiale, la Banca Africana per lo Sviluppo, UNDP, l'Italia, la Spagna, il Regno Unito, il Lussemburgo, la Danimarca, i Paesi Bassi, la Banca Europea per gli Investimenti, la Norvegia e la Svezia. Il portfolio totale dei progetto di sviluppo e aiuto umanitario dei membri di Alliance Sahel ammonta a € 21.8 miliardi. AICS Ouagadougou partecipa con un contributo finanziario di circa € 128 milioni, su di un portfolio totale che raggiunge i € 150 milioni (includendo i contributi delle controparti e i programmi di cooperazione delegata UE).

 Ai 14 membri, si aggiungono 11 osservatori: USA, Canada. Giappone, Belgio, Svizzera, Finlandia, Irlanda, IFC, the Bill & Melinda Gates Foundation, the Tony Blair Institute for Global Change e l'Organizzazione Internazionale per la Francofonia. Essi partecipano agli incontri di presa di decisione e ai gruppi di lavoro, senza però integrare i propri progetti di sviluppo nel portfolio totale di Alliance Sahel.

Coordinando i propri sforzi con gli altri membri di Alliance Sahel, AICS reitera il proprio impegno a fianco del Burkina Faso e del Niger e degli altri membri del G5 Sahel per lottare per la pace, la stabilità e lo sviluppo della regione.

AICS incontra il Ministero dell’Agricoltura, il Ministero dell’Industria e la DG-COOP

Nell’ambito della pianificazione delle iniziative di cooperazione allo sviluppo e del monitoraggio delle iniziative in corso, durante la scorsa settimana il Direttore di AICS Ouagadougou, Dott. Domenico Bruzzone, si è recato in visita presso tre istituzioni di riferimento per i programmi della cooperazione italo-burkinabe, rispettivamente il Ministero dello Sviluppo Industriale, del Commercio, dell’Artigianato e delle PMI, in data 18 gennaio 2022; il Ministero dell’Agricoltura e delle Opere Idrauliche, in data 20 gennaio 2022; e la Direzione Generale della Cooperazione (DGCOOP) il 26 gennaio 2022.

Gli incontri hanno fornito l’opportunità per tirare le fila dei progressi dei programmi messi in atto nei rispettivi settori e gli interventi di miglioramento necessari per garantirne un’esecuzione di successo, così come per delineare il quadro degli interventi futuri, con particolare attenzione per i programmi in fase di avvio.

Nello specifico, il Direttore Bruzzone ha avuto modo di presentare all’allora Ministro dell’Agricoltura, S.E. Moussa Kaboré, i programmi “Apicoltura – Fase 2” e “Orphan Crops”, entrambi in procinto di cominciare. Il primo consiste nella prosecuzione di un programma precedente a sostegno della filiera mellifera – che impiega migliaia di produttori e gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo sostenibile delle comunità rurali. Orphan Crops, invece, è un programma di sostegno alla ricerca sulle colture neglette, con l’obiettivo di frenare il processo in corso di “impoverimento genetico” delle specie utilizzate in agricoltura.

Il focus dell’incontro con l’allora Ministro dello Sviluppo Industriale, S.E. Christophe llboudo, è stato l’insieme degli interventi nel campo della formazione professionale, della creazione di impiego e dell’imprenditoria; citiamo il programma “CNATAC”, a sostegno dei piccoli artigiani nella filiera del cotone a Bobo Dioulasso, e il progetto in fase di avvio “MPME Teelgo”, che intende accompagnare lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese nella capitale e nell’Altopiano Centrale.

Infine, l’incontro con il Direttore Generale della DGCOOP, Inoussa Ouiminga, ha permesso di delineare il quadro generale dei programmi ad esecuzione nazionale. La riunione, tenutasi in un momento tanto delicato per il paese, ha fornito l’occasione per confermare lo spirito di collaborazione tra la Cooperazione Italiana e le istituzioni burkinabe e l’impegno ininterrotto di AICS nell’accompagnare lo sviluppo del Burkina Faso.

Di seguito, riportiamo gli estratti delle interviste al Direttore di AICS Ouagadougou, Domenico Bruzzone, in occasione della visita al Ministero dell’Agricoltura e al Ministero dello Sviluppo Industriale.

Un anno in Sahel, raccontato da AICS Ouagadougou

Per celebrare l’inizio del 2022 e augurare a voi tutte e tutti un sereno ritorno al lavoro, vi presentiamo il progetto “Un anno in Sahel, raccontato da AICS Ouagadougou”.

Per mezzo dei tocchi raffinati e umoristici del pennello del pittore burkinabé Mahamadou Zinkoné, detto Babs, abbiamo voluto raccogliere la ricchezza, i colori, i visi, le storie, le sfide e le speranze che costituiscono il prisma dell’esperienza della vita umana in Sahel. Nonostante gli ostacoli e le difficoltà che purtroppo caratterizzano questa regione, rimaniamo fermamente ancorati nel nostro impegno e passione per il Sahel, una regione che continua a lasciare in noi, da oltre trent’anni, un’impronta indelebile.

Lo scopo di questo lavoro vuole anche essere quello di lanciare sotto i riflettori la produzione artistica burkinabé et le industrie creative e culturali nella regione – che accoglie un’enorme varietà di artisti, musicisti, artigiani, scultori, intellettuali e stilisti, ricchi di talento ma spesso sprovvisti del sostegno finanziario necessario per vivere del proprio lavoro.

L'artista : Mahamoudou Zinkone, detto Babs

Nato ad Accra nel 1967, Babs risiede a Ouagadougou dal 1989. Spinto dal padre, egli stesso pittore amatore, verso l'arte della pittura, Babs è un autodidatta.  Al suo arrivo in Burkina Faso, si installa come pittore di insegne, ambiente nel quale si crea presto un nome. Si conquista velocemente una certa fama producendo piccoli formati, in stile naïf, descrivendo la vita diurna e notturna di Ouagadougou. Artista affermato da oltre 20 anni, Babs espone regolarmente in Burkina Faso, Costa d’Avorio e in Europa, con partecipazioni storiche al SIAO '94, al Fespaco ‘94, ‘96, ’98, al Centro Culturale Francese « Georges-Méliès  » e in Francia, a Brest e Ambert.

Sulla sua vespa zebrata rossa e bianca, armato di macchina fotografica, quaderno degli schizzi e una memoria fotografica, Babs si aggira per le vie delle capitale burkinabé per catturare istanti di vita, i personaggi e i luoghi che i suoi clienti gli hanno descritto in dettaglio. Ma, seppure narrate con umore e colore, le descrizioni precise e spesso caricaturali della vita urbana di Babs lasciano trasparire una realtà più difficile, la violenza e la miseria quotidiano che purtroppo caratterizzano la vita della capitale saheliana.  

Prendendo spunto dalle foto, ogni quadro di Babs è personalizzato in base alle richieste del cliente, integrando dettagli legati alla vita personale. C'è chi vi ritroverà i propri quartieri e le proprie strade, la boutique preferita o il maquis all'angolo. Entrando nell'atelier di Babs, si è colpiti immediatamente dal professionalismo di cui sono prova vivente i suoi allievi, motivati  dalla passione e dallo stile unico del maestro. E per sapere se si tratta di un autentico Babs, tenete un occhio aperto per gli avvoltoi e le ossa che si nascondono nel pittoresco caos delle sue tele: è la sua firma d'artista! 

Attrezzatura medica in dono all’Ospedale San Camillo di Ouagadougou

Lunedì 20 dicembre 2021, il Direttore di AICS Ouagadougou, Domenico Bruzzone, ha partecipato alla cerimonia di consegna di attrezzatura medica per il funzionamento dell’Ospedale San Camillo di Ouagadougou, insieme al Direttore dell’Ospedale padre Paul Ouédraogo. Il dono, realizzato nell’ambito dell’iniziativa AID10188, consiste di una serie di macchine e attrezzatura per la preparazione di un centro medico per il Covid-19, tra cui quattro pompe a perfusione, due aspiratori hospivac per uso clinico, un defibrillatore bifasico e due carelli per il centro di rianimazione. La compagnia i-medic, incaricata della spedizione e dell’installazione dell’equipaggiamento, si occuperà anche della formazione del personale medico.

Condividiamo con voi alcune foto del momento della consegna e dell’esamina del materiale fornito. Auguriamo che, attraverso questo dono, l’Ospedale San Camillo possa continuare la lotta contro il Covid-19 e salvare vite umane.