Condividiamo l'accurata analisi del dott. Gigi Pietra sull'evoluzione della situazione in Burkina Faso in seguito alla diffusione dell'epidemia di COVID-19. Le parole qui condivise sono tratte dall'articolo pubblicato sul sito web di Medicus Mundi Italia (MMI), l'ONG che, attraverso l'operato del dott. Pietra e in partenariato con l'ONG LVIA, realizza il progetto finanziato dall'AICS “Lotta alla malnutrizione cronica infantile nella Regione del Centro Ovest del Burkina Faso”. Questo progetto, di durata triennale, mira a ridurre il tasso di malnutrizione cronica e il tasso di anemia nei bambini con meno di 2 anni, rispettivamente, del 15% e 20%, migliorando, così, lo stato nutrizionale e dello stato di salute di bambini e donne nei distretti sanitari di Leo, Nanoro, Reo, Tenado e Sapouy.
"In Burkina Faso, il COVID-19 ha fatto il suo ingresso ufficiale a fine febbraio, con una coppia che aveva soggiornato in Europa, in un’area epidemica. In un mese, i casi accertati sono diventati 150, con 7 decessi, ed il Paese é al momento il più colpito tra quelli dell’Africa Occidentale, ed il secondo in Africa Subsahariana.
Questi dati, ottenuti tramite il monitoraggio di alcuni casi importati e dei loro contatti, nascondono probabilmente una realtà più grave. Il Governo, che ne é consapevole, ha infatti deciso di chiudere le frontiere, dichiarare il coprifuoco notturno e sospendere i trasporti collettivi. Le scuole sono state chiuse e sono stati vietati culti di gruppo nelle moschee e nelle chiese. Non é più possibile entrare o uscire dalle città in cui sia stato dichiarato anche un solo caso, inclusa la Capitale Ouagadougou, dove é registrato il principale focolaio, e dove tutti i principali mercati sono stati chiusi.
L’applicazione di queste misure, che altrove sembrano efficaci, si scontra in Burkina con la realtà socio-economica locale : la maggioranza degli abitanti delle città vive di commercio informale e di scambi con le aree rurali circostanti. D’altra parte, pero’, il Burkina puo’ puntare essenzialmente sulla prevenzione, perché il trattamento dei casi sarà difficile, visto che i letti di rianimazione sono in totale una ventina per oltre 20 milioni di abitanti e che nelle strutture sanitarie le misure di protezione sono sempre state carenti.
Inoltre, in Burkina, il COVID-19 é arrivato in un momento critico in quanto l’insurrezione jihadista ha sottratto al controllo statale un terzo del territorio, dove molti centri di salute non sono più funzionali. La guerra ha costretto quasi un milione di persone ad abbandonare i propri villaggi. Ed ora inizia il periodo di saldatura tra i due raccolti, durante il quale la maggioranza della popolazione consuma, se va bene, un solo pasto al giorno.
Un ultimo fattore che rende la situazione più grave rispetto ad altre epidemie (meningite, AIDS…) contro le quali il Burkina ha lottato é che i partner internazionali a cui abitualmente fa ricorso sono oggi impegnati a fronteggiare il COVID-19 sul loro proprio territorio.
Anche per noi di Medicus Mundi Italia in Burkina la situazione é inedita in quanto, in Italia, il personale sanitario membro dell’ONG é in prima linea nella cura del COVID-19, e ci puo’ quindi fornire meno supporto ed assistenza tecnica.
Nonostante questo e le crescenti difficoltà logistiche, cerchiamo pero’ di proseguire le nostre attività di prevenzione e cura della malnutrizione nella Regione del Centro Ovest, convinti che questo serva anche a limitare la gravità dell’epidemia. Fino ad ora, nel mondo, la popolazione infantile é stata relativamente risparmiata dal COVID-19, ma nei Paesi colpiti per primi lo stato nutrizionale dei bambini era soddisfacente, mentre in Burkina uno su dieci soffre di malnutrizione acuta e uno su quattro di malnutrizione cronica.
Come attività specifica di lotta al COVID-19, siamo membri dell’équipe di intervento rapido del Centro Ovest, incaricata delle attività di conferma dei casi e del monitoraggio dei contatti nella Regione.
Medicus Mundi Italia é in Burkina da 25 anni ed ha partecipato con il Burkina ad altre battaglie sanitarie. Cercheremo di fare la nostra parte anche questa volta."
Dott. Gigi Pietra - Medicus Mundi Italia