Il 26 maggio 2020 si è svolto l'evento finale del progetto "Risorsa Terra" cofinanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).
L'evento si è svolto online e ha visto la partecipazione dei Rappresentanti Paesi delle ONG AES-CCC e Progettomondo.mlal, del Governatore della Regione Sud-Ovest, delle Direzioni Regionali della Salute Sud-Ovest e Centro-Ovest e del Direttore di AICS Ouagadougou, che è intervenuto sottolineando l'unicità del progetto Risorsa-Terra.
"Questo progetto" riferisce nel suo video-messaggio il Direttore Domenico Bruzzone, "rappresenta una nuova frontiera della cooperazione allo sviluppo, con cui si intende dar valore alla ricerca con le comunità locali al fine di identificare dei saperi tradizionali, delle culture e dei prodotti che mostrano un potenziale inespolorato, capace di dare un contributo tangibile alla malnutrizione infantile." Similmente, anche la Programme Officer Chiara Ruffato è intervenuta complimentandosi con gli enti che hanno contribuito alla riuscita del progetto e augurandosi che la fruttuosa collaborazione tra la cooperazione italiana e i partner locali burkinbé possa proseguire.
Il progetto "Risorsa Terra. Sviluppo, trasferimento e adattamento di buone pratiche per la sicurezza nutrizionale dei bambini e delle madri nelle regioni del sud del Burkina Faso" è stato lanciato nel 2017 per sostenere lo stato burkinabé nella lotta contro la malnutrizione attraverso un consorzio di ONG, AESS-CCC e Progettomondo.mlal, che ha contribuito al trasferimento di buone pratiche alimentari per neonati e bambini (ANJE) nelle regioni meridionali del Burkina Faso.
Il progetto, il cui obiettivo era quello di ridurre la prevalenza della malnutrizione infantile in 90 villaggi, ha utilizzato un approccio multisettoriale che si è sviluppato intorno a tre assi strategici.
Per quanto riguarda il primo asse, che mirava a promuovere l'empowerment delle donne rurali concentrandosi sui temi della sicurezza nutrizionale, attraverso le attività del progetto, sono diventate operative 61 unità di cellule di educazione nutrizionale (CEN) che promuovono l'aggregazione sociale delle donne rurali sui temi della nutrizione in 61 villaggi dei 9 comuni del progetto. Inoltre, grazie alla formazione sugli indicatori del quadro comune dei risultati della Politica Nazionale sulla Nutrizione e sulle tecniche di advocacy in materia di nutrizione, è stata rafforzata con successo anche la capacità di advocacy dei gruppi e delle associazioni femminili sulle questioni nutrizionali.
Il secondo asse, volto a migliorare le prestazioni e la sostenibilità dei servizi pubblici nell'ambito della sicurezza nutrizionale, ha contribuito, in primo luogo, alla formazione di 21 consiglieri comunali sulla Politica Nazionale sulla Nutrizione e sullo sviluppo dei piani nutrizionali comunali e alla formazione di 27 operatori, 162 ASBC e 30 operatori sanitari su ANJE e la strategia CEN. Grazie alla formazione ricevuta, gli ASBC sono stati in grado di creare 4.883 gruppi di apprendimento e di monitoraggio dei bambini e delle pratiche ANJE (GASPA), in cui 30.233 madri sono state formate sulle buone pratiche ANJE, contribuendo così alla lotta e alla prevenzione della malnutrizione.
Infine, per quanto riguarda il terzo asse, il progetto ha contribuito innanzitutto allo sviluppo e al trasferimento di buone pratiche di produzione familiare per la sicurezza nutrizionale basata sull'orticoltura e sui prodotti forestali non legnosi (PFNL), tra cui foglie di moringa e di baobab. Nella regione di Centre-Est è stata, inoltre, realizzata un'installazione pilota di 800 m2 di piscicoltura familiare, che forma le donne e trasferisce le tecniche di piscicoltura a livello famigliare. In secondo luogo, il progetto ha rafforzato le attività di trasformazione agroalimentare dei PFNL di 20 unità artigianali gestite da 600 donne, formate e incoraggiate a proseguire le proprie attività attraverso il finanziamento di microprogetti o microcrediti per l'acquisto di materie prime. Infine, il progetto ha permesso di delimitare e di dare in gestione ad alcuni gruppi di donne 60,25 ettari di foreste di karité. Ciò consente l'approvvigionamento diretto di materia prima per la trasformazione in burro di karité, il rimboschimento delle aree di produzione di burro di karité e la produzione biologica di burro di karité, con la possibilità di esportare questi prodotti in Europa grazie ad una partnership con alcuni enti for profit (Ferrero & Etifor). In generale, il progetto si è concentrato sui PFNL come ulteriore soluzione per combattere la malnutrizione.
In conclusione, questo progetto ha dimostrato come la sinergia tra le due ONG abbia dato vita ad un pacchetto di servizi multisettoriali, sensibili alla nutrizione, economicamente e culturalmente accessibili ai gruppi target e suscettibili di avere un più ampio impatto sullo stato nutrizionale dei bambini, dimostrando ulteriormente il valore della promozione di approcci integrati nei progetti di cooperazione allo sviluppo.