Dal 17 al 18 febbraio, Muhameda Tulumovic, Humanitarian Programs Coordinator di AICS Ouagadougou in Niger, si é recata in missione a Diffa insieme alla rappresentante di UNICEF Niger Félicité Tchibindat, al Ministro dell’Azione Umanitaria nigerino Lawan Magagi, alle autorità regionali e ad altri rappresentanti dei partner tecnici e finanziari che operano in sinergia in questa regione, tra cui il Chef della Cooperazione della Delegazione dell’UE in Niger, Gwilym Jones.
Organizzata da UNICEF Niger, al fine di valutare l’impatto e verificare in prima persona i risultati raggiunti dagli interventi Nexus condotti nella regione, la missione si é aperta il 18 febbraio con una sessione di lavoro alla quale hanno partecipato il Governatore della Regione Issa Lamine, i rappresentanti delle ONG, delle agenzie ONU e dei dontaori che da anni intervengono nella regione colpita dalla crisi, unitamente ai membri della delegazione in visita. Dopo aver presentato i connotati, le ragioni e le conseguenze della crisi multidimensionale e pluriennale che affligge la regione, l’incontro ha posto l’accento sull’efficacia degli interventi umanitari condotti in un’ottica di sviluppo cosi come sull’importanza di mobilitare ulteriori risorse da destinare a iniziative condotte nel quadro del nexus “umanitario-sviluppo”.
Come ha evidenziato la rappresentate di UNICEF Niger, “l’obiettivo della visita non é soltanto vedere quanto è stato fatto finora, ma anche lanciare un appello, visto che l’anno scorso abbiamo ricevuto 24 milioni su 46 milioni di Euro richiesti. Quest’anno, i bisogni umanitari sono molto più impellenti dato che la crisi si sta aggravando. E’ per questo motivo che abbiamo ritenuto urgente e importante organizzare questa missione, per incontrare i beneficiari, i bambini e le persone vulnerabili, e per comprendere e definire insieme che cosa possiamo fare per sostenere il governo e la regione nella sua risposta alla crisi umanitaria”.
In seguito alla sessione di lavoro, la delegazione si é recata in visita ad uno dei tre Centri di Recupero Nutrizionale Intensivo (CRENI) presenti nella regione di Diffa, situato all’interno del Centro di Salute Materno Infantile (CSME) di Diffa. Qui la delegazione ha incontrato il Direttore della struttura, che ha presentato loro il personale e le funzioni del CSME, ponendo particolare attenzione alle attività del CRENI, che dal 2015 al 2019 ha accolto e preso in carico 3.800 casi di bambini affetti da malnutrizione acuta grave. Secondo le stime di UNICEF, infatti, il fenomeno presenta dati preoccupanti: 1 bambino su 10 in Niger soffre di malnutrizione acuta grave, mentre 1 bambino su 2 di malnutrizione cronica.
Altrettanto allarmanti risultano essere anche i dati raccolti nel 2019 nella regione di Diffa, dove sono 734 i casi documentati di bambini che hanno subito episodi di violenza, minaccia, agressione fisica, sequestro e reclutamento nei gruppi armati non statale. Alla luce di questi dati, dal 2017 il Ministero della Promozione della Donna e della Protezione del bambino ha contribuito alla creazione di Centri per la Prevenzione, Promozione e Protezione dei bambini (CEPPP), tra cui quello di Diffa, in cui si é recata la delegazione per incontrare gli assistenti sociali formati da UNCIEF cosi come l’adiacente centro ricreativo, che offre assistenza psicosociale ai bambini in situazione di bisogno.
La missione é proseguita ad Awaridi, un villaggio situato a 2 chilometri da Diffa, in cui dal 2018 ad oggi la popolazione é passata da 781 a 9225 abitanti, a causa dell’afflusso massivo di rifugiati e sfollati interni, dovuto alle inondazioni e agli attacchi da parte dei gruppi armati non statali. Qui, i membri della delegazione hanno visitato le infrastrutture idrauliche e la scuola costruite in risposta alla crisi umanitaria in corso e incontrato i loro rappresentati.
Grazie alla visita sul campo e agli incontri con i responsabili e i beneficiari dei progetti, la delegazione ha avuto modo di comprendere la complessità del contesto in cui interviene UNICEF, di apprezzare quanto é stato fatto fin’ora e di conoscere i bisogni reali della popolazione, che spaziano dalle cure mediche, alla nutrizione, dall’educazione alla protezione, fino all’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici.
Alla fine della missione, il Ministro dell’Azione Umanitaria si é detto soddisfatto della visita occorsa e del piano di stabilizzazione e di sviluppo dell’area colpita dalla crisi implementato dal governo grazie al supporto dei partner tecnici e finanziari. Non solo, si é detto anche fiducioso nei confronti di un’ulteriore mobilitazione da parte dei partner tecnici e finanziari al fine di contrastare e rispondere alla crisi umanitaria che perdura ormai da cinque anni, e che colpisce gli oltre 30 milioni di abitanti che risiedono nel bacino del lago Ciad, tra cui i giovani, particolarmente esposti all’arruolamento e all’affiliazione di gruppi armati non statali.